03/09/2010
Sicuramente è socio di un'associazione sportiva dilettantistica chi nel rispetto delle procedure di ammissione previste dallo statuto sociale ha presentato domanda di ammissione all'associazione stessa ed una volta ammesso ha corrisposto la quota di ammissione annualmente stabilita dagli organi direttivi. Stesso discorso, anche se le formalità sono maggiori (visto l'intervento obbligatorio del notaio o di altro professionista abilitato), nelle società sportive.
Fatta questa premessa il mancato tesseramento del socio di associazione alla federazione a cui si è affiliati non comporta il mutamento della natura delle varie somme che lo stesso corrisponde, ma solamente una eventuale violazione dei regolamenti della federazione a cui si è perlappunto affiliati.
Cito a titolo di esempio la Federazione Tennis, ma stesso discorso vale per altre federazioni, che all'art. 6 dello statuto prevede l'obbligo di tesserare TUTTI i soci dell'associazione.
E' chiaro che l'esclusione di un'affiliato per violazione delle norme federali (caso limite, ma pur sempre possibile) avrebbe la consegenza di far venir meno alcune agevolazioni fiscali importanti, quali quelle dell'art. 90 della L. 289/2002 (es. compensi detassati sotto euro 7.500), ma non farebbe in ogni caso perdere le agevolazioni previste dall'art. 148 comma terzo del tuir (e corrispondentemente dall'art. 4 comma 4 del dpr 633/1972 per l'iva) e cioè la detassazione dei corrispettivi specifici e delle quote associative introitate dai soci.
Ricordo infine che le agevolazioni dell'art. 148 sono subordinate alla conformità dello statuto sociale alle prescrizioni indicate al comma 8 dell'art. 148 in primis alla effettività e alla non temporaneità del rapporto sociale.
Stefano Mainardis
dottore commercialista in Pordenone