26/06/2012
Gentile Sig.ra Cicutto,
ho molte volte affrontato su questo sito il problema sia della certificazione medica per l’attività amatoriale, che per le responsabilità dei dirigenti.
Purtroppo, nei molti procedimenti giudiziali che si aprono a seguito di “sinistri” sportivi, le autorità sono sempre più rigorose nell’attribuire le responsabilità all’Ente organizzatore (comitato, società, enti, ecc.).
Quindi è necessario:
- un certificato medico per ciascun giocatore che lo abilita alla pratica sportiva non agonistica;
- l’autoambulanza è necessaria (con personale adeguato e magari defibrillatore per infarti, ecc.).
Pensi se un giocatore Le rimane svenuto sul campo, senza alcuna assistenza medica da parte dell’Ente organizzatore, ed in attesa che arrivi il personale medico.
Pensa forse che una precedente liberatoria del giocatore sia sufficiente ad esonerare l’organizzazione da responsabilità?
Certamente no.
Peraltro, i procedimenti che conosco e le sentenze confermano una sempre più estesa responsabilità oggettiva “degli organizzatori” ed incombe su costoro l’onere di provare di aver fatto tutto ciò che era in loro potere, per evitare il sinistro.
Le responsabilità possono essere sia penali (lesioni o omicidio colposo) sia civili (risarcimento danni) all’infortunato o ai parenti.
Esistono delle valide coperture assicurative dal punto di vista dei risarcimenti che potrebbero tutelarLa.
Mentre la responsabilità penale è personale ed il “responsabile” ne risponde personalmente.
Sono stato sintetico, in quanto il quesito è molto ampio e le fattispecie piuttosto diversificate.
Se necessita di ulteriori specifici approfondimenti, mi scriva.
Cordiali saluti.
Avv. Mauro Valcareggi
Studio Legale – Trieste.-